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Sulla via Francigena lungo la storia di Borgo S. Donnino - Fidenza

L’ARCHITETTO MARIO BOTTA A FIDENZA - LECTIO MAGISTRALIS “CAMMINARE IL SACRO”

Apertura del Festival Testo…Pretesto.

 

“L’architettura spiegata dall’architetto, legato al proprio tempo, è una cosa limitata: non è tutto; l’opera di architettura è ancora altro anche in rapporto alla storia. Solo il tempo storico può rivelare e scoprire la complessità di significati dell’architettura”: così l’architetto svizzero Mario Botta, in una Sala Ridotto del Teatro Magnani a Fidenza (PR) gremita di persone, per la sua Lectio Magistralis "Camminare il Sacro".

La vicesindaco con delega alla Cultura Maria Pia Bariggi tessendo il ponte tra il Francigena Festival appena concluso in città ed il Festival Testo…Pretesto - Ogni libro è un Viaggio in apertura: “L’architettura non è solo storia ma diventa e inventa l’immanente. Siamo in cammino e camminiamo il sacro, come esseri umani, un sacro che ci viene svelato nel percorso: perché siamo creature destinate alla finitezza ma che ambiscono all’infinito”.

Il filosofo Aldo Colonetti introducendo Botta: “Il sacro e la chiesa sono una costante per Mario Botta: la chiesa è un luogo fisico in un cammino dell’uomo che possa perfezionare le città. La fede è un fatto individuale: lo spazio sacro è “il non ancora” perché non è solo il luogo fisico ma c’è qualcosa d’altro che va oltre. Ogni architettura deve essere “il non ancora”.
“Il non ancora” è un luogo che parla sia per chi crede sia per chi non crede”.

Mario Botta, ha accompagnato i presenti tra camminamenti e intradossi, forme iconiche, tra luci indirette della natura che amplificano e disegnano formelle e travi, attraverso metafore che attingono alla grande cultura popolare e diventano preghiera, nell’ombra che parla all’uomo e nella luce radiale anche tra pensieri di teologi e filosofi verso una fisica e simbolica croce zenitale in riflessi varianti in continuazione che seguono la luce del sole.

In riferimento alla Chiesa di Sambuceto vicino all’aeroporto di Pescara con l’Aula del
Pellegrino, che integra e reinterpreta i linguaggi poetici di Giotto e Klee: “Vi narro di un’idea di geometria pura all’inizio che poi si scopre nel moto continuo in perpetuo dei 365 giorni all’anno. Come fare una chiesa oggi? Cosa è un elemento che la connota? Ogni tempo storico deve seguire le sue procedure verso una idea di insieme”.

Gran finale dedicato allo Space Eye, il più grande telescopio della Svizzera: “Andare oltre verso l’infinito sarà la scommessa dei nostri figli per capire i misteri dell’universo e della vita dell’uomo”.

Lo Staff Castelli del Ducato
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