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Rocca Sanvitale di Fontanellato
FANTASMI E LEGGENDE TRA I CASTELLI DEL DUCATO DI PARMA E PIACENZA
Storie d'amore, misteri irrisolti, poltergeist e campi elettromagnetici
L’amore non conosce confini.
Agata, il fantasma "eternamente” innamorato
Agata è la giovane protagonista di una vicenda tanto romantica quanto tragica avvenuta secoli fa al Castello di San Pietro in Cerro (Pc). Agata era una giovane ed affascinante fanciulla che prestava servizio presso la corte dei Conti Barattieri. La fanciulla si innamorò profondamente dello scudiero dal quale era profondamente e sinceramente corrisposta. I due giovani decisero di coronare il loro sogno d'amore convolando a nozze. Ma un nobile del luogo da sempre affascinato dal leggiadro aspetto della giovane fanciulla, dopo aver appreso delle nozze venne colto da un impeto di cieca invidia che lo portò a voler la fanciulla tutta per sé. Il giovane scudiero, ferito nell’orgoglio decise di vendicare l’atto compiuto dal Conte: durante la notte raggiunse la sua camera da letto e nel sonno lo pugnalò a morte. Colto sul fatto, lo scudiero fu braccato ed arrestato; pochi giorni dopo, a fronte di un processo sommario, venne giustiziato con impiccagione pubblica in Piazza Cittadella a Piacenza (1514). La giovane Agata, depredata del suo amore e coperta di vergogna si tolse la vita gettandosi dalla torre del Castello. Il fantasma "eternamente innamorato” della giovane Agata dimora tutt’oggi tra le mura del quattrocentesco maniero come raccontano i proprietari; le sue rare apparizioni, sempre registrate in concomitanza di un evento nel quale si celebra l’amore puro, sono pacifiche. Non c’è rancore in lei, ma solo la grande tristezza di una giovane fanciulla che non ha avuto il diritto di vivere il suo puro, vero amore.
La Fata Bema appare ai fidanzati e ai promessi sposi.
Come un tempo leggeva la mano ed i tarocchi, così oggi legge nell’anima dei promessi sposi e dei fidanzati. In tanti cercano la carezza fatata della bella Fata Bema che appare, nel Castello di Montechiarugolo (Pr), alle giovani donne alla vigilia delle nozze, ai fidanzati, oppure si manifesta a chi è innamorato e soffre per amore per sostenere il suo cuore con presagi e incoraggiamenti. Nel 1593, narra la leggenda, Bema – sensitiva e lettrice dei tarocchi medievali e rinascimentali - arrivò per la prima volta a corte e propose a Ranuccio I Farnese, in visita ai Conti Torelli proprietari del maniero, di lasciarle leggere la propria mano. Ranuccio però, che aveva paura per tutto ciò che riguardava l’occulto, ordinò l’arresto della ragazza e la sua reclusione nel carcere della Rocchetta.
Il Cavalier Moroello e la bella Soleste proteggono gli Amori per Sempre.
Vaga accompagnato da un rullo di tamburi o da una musica malinconica, in base allo stato d’animo che prova. E’ il fantasma del cavalier Moroello che visse nel Castello di Bardi (Pr) sul finire del Quattrocento, innamorato ricambiato della castellana sedicenne Soleste. Diviso dalla sua amata per diversa classe sociale, inviso al padre della bella, partì per una spedizione di guerra cercando di conquistare l’onore e la mano dell’amata. Tornato vincitore, ma indossando come trofeo le insegne del nemico, fu avvistato da Soleste che lo credette morto in battaglia e si gettò dal mastio. Moroello, che invece stava giungendo vittorioso e felice, saputa la notizia della morte dell’amata, si suicidò a sua volta. E da allora vaga senza pace alla ricerca di Soleste tra gli spiriti dell’aldilà. L’aggirarsi inquieto del suo spirito è stato addirittura fotografato: Michel Dinicastro e Daniele Gullà, due parapsicologi bolognesi, armati di una Pentax e di una termocamera per la lettura e visualizzazione delle variazioni del gradiente termico dell'ambiente, sono riusciti a immortalarlo. Tanto che oggi viene considerato il più famoso caso di fantasma termico avvistato in Italia. C’è traccia anche della bella Soleste che torna a cercare l’amato. I due innamorati si ricongiungono alla Fortezza di Bardi, luogo in cui si amarono in vita.
La dama Bianca dagli occhi verdi:
protegge le passioni più segrete degli amanti.
Occhi verdi magnetici e capelli neri, lunghi e
splendenti come seta. Il Castello di Torrechiara(Pr) fu lo scenario dell’amore tra Bianca
Pellegrini e Pier Maria Rossi.
Durante le notti di luna piene rivive nelle stanze dell’edificio, in
particolare nella stanza privata dei due amanti, luogo in cui il fascino della
Duchessa dal profondo sguardo ammaliò l’amante. Tra tanti fantasmi tormentati,
i due si amano ancora.
Il mistero dell’uomo con il caduceo e l’inquieta Rosania che vi chiede aiuto.
Tra le mura del Castello di Gropparello(Pc) nel duecento si tramanda che Pietrone da Cagnano feudatario del luogo murò viva la moglie Rosania Fulgosio per punirla di un tradimento con Lancillotto Anguissola, antico amore giovanile. Leggenda narra che Rosania – nelle notti di pioggia o nei giorni in cui la luce scarseggia – si manifesti in cerca di un contatto con i vivi per chiedere giustizia, raccontare la sua storia e ritrovare la pace. Le mura del Castello hanno attirato l’attenzione di studi paranormali di sensitivi come Umberto di Grazia che ha avvistato la presenza di un uomo con la barba e bastone caduceo.
Misteri irrisolti
Un dramma d'amore del '600 alla Rocca Viscontea di Castell’Arquato: Laura, Sergio e Spadone.
Le
cronache del XVII secolo fanno cenno ad una triste vicenda di sangue e di
amore.
Anno 1620: la Signoria è nelle mani del Cardinale Sforza: alle sue orecchie
giunge la notizia di una cospirazione ordita da un certo Sergio Montale e dal
suo servitore Arturo Galatti detto ''Spadone''. Immediatamente lo Sforza
dispone l'arresto dei due e la conseguente condanna alla tortura e poi alla morte.
Le suppliche dei famigliari non hanno effetto ed i due attendono l'esecuzione
nelle segrete della Rocca custodite da Gaspare Dallavigna e dal suo aiutante
Giacomo Manara. Il Dallavigna, uomo aspro e severo ha con sé la bellissima
figlia Laura che si impietosisce della sorte di Sergio e se ne innamora. Nella
notte del 15 aprile Laura, dopo aver sottratto le chiavi al padre, apre la
porta della cella e fugge con i due condannati. Ma all'occhio bieco e vigile
dell'aiutante del Dallavigna non sfugge l'azione: corre a svegliare il
superiore e le uscite della Rocca vengono bloccate. ''Spadone'' ferma
Dallavigna ed i tre possono fuggire. Approffitando dell'occasione il Manara,
mette in atto un truce proposito, che covava da anni: spinge Dallavigna dal
ponte levatoio uccidendolo. Udito l'urlo del padre, Laura si ferma e gli
armigeri circondano i fuggitivi: solo ''Spadone'' riesce a fuggire. Il Podestà
inizia subito il processo e nonostante le dichiarazioni di innocenza dei
giovani li condanna alla fustigazione seguita dalla decapitazione. La sentenza
viene eseguita il 20 Maggio 1620. ''Spadone'' non trova più pace e dopo sette
anni di latitanza, la notte della vigilia di Natale si presenta davanti a
Giacomo Manara e, vendicando l'amico Sergio, lo uccide costituendosi poi al
Podestà. Lo Sforza informato scrive una lettera per sollecitare anche la sua
condanna a morte ma il Podestà capisce la situazione e risponde al cardinale
che il comune é povero, non ha i soldi per pagare gli impiegati e tanto meno
per organizzare l'esecuzione, pertanto suggerisce a ''Sua Eccellenza'' di
trasformare la pena in ergastolo. Il Cardinale accetta e ''Spadone'' non viene
giustiziato. Con il gruppo di ricerca sul paranormale E.P.A.S. dal 2014 si
ricercano tracce di questi personaggi: sono in programma durante l’anno visite
guidate notturne.
Poltergeist al Castello Pallavicino di Varano De' Melegari?
Il ponte levatoio è l’unico esistente ancora nella provincia di Parma. Nel corso del 2013 ci sono stati due sopralluoghi al Castello Pallavicino di Varano de’ Melegari: il primo è stato effettuato dall’IdP di Melegnano ed ha evidenziato una figura antropomorfa, semicurva, di cui si possono distinguere gambe, tronco e testa presente nel mastio; in sala da pranzo è emersa una forma relativa ad una figura dal piccolo volto con fattezze umane che emerge dallo scuro del fondo. A novembre la rilevazione è stata compiuta dall’associazione IeM che si è affidata alla strumentazione per fare rilevazioni ambientali, registrazioni audio e video all’interno delle numerose stanze del castello e nelle sue torri. L’analisi audio ha riportato due anomalie, entrambe raccolte da un microfono posizionato fisso sulle scale: la prima è un respiro profondo, con un’ampiezza e intensità molto più alte rispetto al normale e nella seconda viene registrato un piccolo colpo, cupo. Oltre all’analisi strumentale si sono svolte varie sessioni di psicofonia e due catene medianiche insieme ad una sensitiva. Nella prima catena, effettuata nel cortile ad inizio indagine, la sensitiva ha espresso di sentire vicino ad alcune persone una ragazza molto giovane, di nome Beatrice, con un vestito bianco. Una piccola verifica storica ha riportato alla luce il nome di Beatrice Pallavicino, una giovane donna, madre di quattro figli, deceduta all’età di 21 anni. Potrebbe essere la stessa che la sensitiva ha menzionato durante l’indagine?
Sangue sul camino.
LaRocca dei Rossi di San Secondo, coi suoi misteri, è sbarcata nel 2010 sul sito www.luoghimisteriosi.it. La storia è quella di una giovane fanciulla che da secoli si aggirerebbe a mezzanotte all’interno del maniero in guisa di fantasma. Non ancora ventenne fu trucidata a sangue freddo. Secondo la leggenda è ancora visibile la traccia di sangue sul camino della Sala di Latona, a testimoniare il punto in cui fu assassinata.
Clangori metallici.
È invece la presenza di Pier Maria Scotti, meglio conosciuto con l'appellativo de "Il Buso", a infestare il Castello Anguissola Scotti – Gonzaga di Agazzano. Dopo aver espugnato il castello, il 30 agosto 1521 venne pugnalato e poi gettato nel fossato per aver tentato di non condividere il bottino con i suoi alleati, Astorre Visconti e Giovanni da Birago. "Il Buso" si aggira ancora oggi tra le mura della rocca e del castello rivelando la sua presenza con rumori e segnali di varia natura. Da parecchi anni diverse associazioni che si occupano del mondo del paranormale, si recano al castello per svolgere indagini e ricerche storiche e fenomenologiche.
Fantasmi e campi elettromagnetici.
Il cubo sulla croce
Al Castello di Paderna il mistero avvolge la piccola Chiesa di Santa Maria: costruita prima dell’anno Mille, con pianta a croce greca, è un perfetto cubo costruito sul multiplo del numero 3. Al centro di essa è stato misurato un potente campo magnetico naturale. E non è tutto: tra le vetuste mura del Castello, infatti, vagherebbe ancora l’ombra del "Confalonieri”, che trasportato a Paderna dal Castello di Turro vi trovò morte violenta (la leggenda racconta che le sue urla si udivano "ad un tiro di balestra…”).
Il fantasma che presagisce un lutto
Celebre è Donna Cenerina, il fantasma color grigio-cenere della Rocca di Soragna: si tratta di Cassandra Marinoni, moglie del marchese Diofebo II Meli Lupi, che morì assassinata nel 1573 dal cognato Giulio Anguissola insieme alla sorella Lucrezia. Un omicidio rimasto impunito: la leggenda narra che quando Donna Cenerina (il nome deriva dai suoi lunghi capelli biondi) esce allo scoperto, indica tristi presagi per la famiglia Meli Lupi. Da seicento anni la dimora dei Principi Meli Lupi dal solenne portamento sottolineato dai leoni settecenteschi all’ingresso è sotto il segno del lupo rampante azzurro in campo d’oro, come vuole lo stemma dinastico. Ancora oggi il principe abita nel castello, quale sua residenza fissa come in una fiaba evergreen. La Rocca è abbracciata da un romantico giardino all’inglese con piante secolari, il laghetto con l’Isola dell’Amore, statue neoclassiche, serre e Cafè Haus.
Elettrodomestici in moto senza corrente?
Si narra che nel Settecento nel pozzo del Castello di Rivalta fu calato Giuseppe, il cuoco di corte, dalle capacità culinarie uniche. Fu probabilmente la sua eccellenza con le pietanze a causare un truce assassinio. Giuseppe fu pugnalato e strangolato da una mano ignota. Il corpo fu ritrovato dopo tanto tempo, ma il suo spirito non si spostò mai da quel luogo: a volte si sente ancora girare per i corridoi del castello o capita di udire il suono del suo batticarne ancora pestare nel mezzo della notte. Oppure si spengono improvvisamente le luci mentre gli elettrodomestici si mettono in moto senza corrente.
Spettri, ombre, spiriti di defunti o esseri immaginari? C’è chi ci crede, chi è molto scettico, chi coglie invece l’opportunità per fare una viaggio particolare alla scoperta dei segreti del Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.
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Per informazioni: Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza – Club di Prodotto
Tel. 0521.823221; 0521.823220 – fax 0521.822561
e-mail: info@castellidelducato.it
Ufficio Stampa Castelli del Ducato di Parma e Piacenza
Dott.ssa Francesca Maffini
@fmfeye
Rocca Sanvitale di Fontanellato
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